Dati di campo, un tesoro da gestire correttamente
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Dati di campo, un tesoro da gestire correttamente

I dati raccolti durante la coltivazione sono la nuova frontiera dell’agricoltura moderna: necessari a garantire la tracciabilità, sono essenziali per tenere sotto controllo l’andamento della propria azienda e, a livello macro, per studiare nuovi modelli che tengano conto, ad esempio, dell’evoluzione del clima. Ma occorre gestirli al meglio, tenendo traccia di chi li può utilizzare e in che modo.

7 ottobre 2022

DSS, Big Data, serie e medie storiche, modelli previsionali: l’agricoltura è, ogni giorno che passa, sempre più potenziata dalle opportunità offerte dalla digitalizzazione. I dati raccolti dalle operazioni di campo vengono elaborati, analizzati e trasformati in strumenti a disposizione dell’agricoltore per valutare gli andamenti, verificare le attese, pianificare lo sviluppo della propria attività. Un processo che vede l’agricoltore al centro della vita del dato, del suo utilizzo e della sua gestione. Anche gli approcci collaborativi (come quelli messi in atto, ad esempio, dalle cooperative ma anche dalla ricerca scientifica) vedono un ruolo centrale del dato, in questo caso condiviso per la definizione di modelli sempre più precisi, capaci di creare valore per la filiera, sostenerla nelle sfide presenti e, magari, favorire la negoziazione di contratti collettivi più vantaggiosi. Insomma, non a caso, molti considerano i dati (soprattutto i big data), la chiave di volta per l’agricoltura del futuro.


Come si legge nel "Codice di condotta UE sulla condivisione dei dati nel settore agricolo” coordinato dal Copa-Cogeca, “l’agricoltura digitale rappresenta un’occasione senza precedenti per creare valore e opportunità imprenditoriali applicando soluzioni basate sui dati: per migliorare l’efficienza delle risorse, la produttività, […] e fornire strumenti per mitigare i cambiamenti climatici, per adattare i piani aziendali, rispondere ai mercati dinamici e alle aspettative dei consumatori”. Ma anche per “ridurre i costi amministrativi e burocratici e consentire politiche basate sulla scienza e per fornire condizioni di vita migliori e più redditizie per le comunità rurali”. Tutti argomenti di sicuro interesse per un produttore agricolo. I dati “di campo”, inoltre, sono essenziali anche per informare il consumatore sulle diverse fasi del ciclo produttivo, permettendo quella tracciabilità sempre più precisa e dettagliata ma soprattutto attesa da chi, a scaffale, seleziona i prodotti da mettere nel carrello della spesa.


Raccogliere e condividere dati diventa quindi il perno di importanti strategie produttive. Ma proprio quando si parla di condivisione si accendono diverse spie rosse: ci sono regole precise da rispettare (in particolare a tutela dell’agricoltore) in termini di “riservatezza, protezione dei dati, proprietà intellettuale, attribuzione dei dati (a volte indicata come proprietà), rapporti di fiducia/ potere, archiviazione, conservazione, utilizzo e sicurezza”. (Fonte: Codice di condotta UE sulla condivisione dei dati nel settore agricolo). Questo perché i dati agricoli, ormai è evidente, hanno un valore economico crescente tanto per l’agricoltore quanto per tutta la filiera: un valore che va tutelato.


Ecco perché quando si parla di gestione dei dati, QdC® – Quaderno di Campagna® opera in condizioni di massima sicurezza e trasparenza tenendo il timone nella direzione indicata dal Codice di condotta UE: “L’agricoltore rimane al centro della raccolta, del trattamento e della gestione dei dati agricoli”. Cosa significa, concretamente? Significa che tutti i dati registrati su QdC® – Quaderno di Campagna® potranno essere utilizzati solo da specifiche figure per altrettanto specifici scopi chiaramente dichiarati. Tali figure sono:

  • il proprietario dei dati che corrisponde sempre all’azienda agricola a cui appartengono le unità produttive oggetto della coltivazione;
  • il gestore dei dati che corrisponde a chi può essere delegato dall’azienda agricola, proprietaria dei dati, ad effettuarne la gestione (consulente, tecnico, rivenditore, contoterzista, tecnico dell’associazione, tecnico dell’OP, tecnico della cantina…). Nel caso in cui l’azienda agricola non delegasse nessuno sarà sia proprietaria sia gestore dei propri dati.
  • l’utilizzatore dei dati, ovvero tutti gli attori esterni a cui l’azienda agricola, proprietaria dei dati, può consapevolmente e volontariamente decidere di fornire i propri dati a tutti gli attori a valle delle filiere agroalimentari fino ad arrivare al consumatore.

In questo modo, grazie a QdC® – Quaderno di Campagna® sarà sempre possibile tenere sotto controllo la “vita” dei dati che abbiamo raccolto e il loro utilizzo, certi che ogni figura avrà chiare le proprie responsabilità e le conseguenze di una gestione scorretta del nuovo “oro digitale”. 

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