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Annata difficile, la pera cerca il rilancio
Cimice, alternaria, maculatura: mai come nella stagione 2019 il settore pericolo ha visto moltiplicarsi difficoltà e danni alla produzione. Numerose iniziative in campo per la sopravvivenza e il rilancio del settore saranno discusse a Ferrara in occasione di FuturPera
28 novembre 2019
Il 2019 sarà ricordato come l’annus horribilis della pericoltura per l’inedita violenza con cui diversi fattori si sono accaniti sul settore delle pere: se alternaria e maculatura bruna hanno evidenziato picchi mai registrati nel recente passato, il colpo di grazia a un comparto già provato è stato assestato dalla proliferazione incontrollata della cimice asiatica. Nella sola Emilia Romagna, regione responsabile di circa il 70% della produzione nazionale, il settore pericolo ha registrato danni per oltre 120 milioni di euro e una perdita di occupazione di oltre 300.000 giornate uomo.
Andiamo insieme a QdC® – Quaderno di Campagna® alla scoperta delle azioni messe in campo dalle istituzioni per fare fronte a questa annata disastrosa.
Al centro della manifestazione, naturalmente, il tema del rilancio del comparto e tutte le iniziative e novità relative al settore, con l’obiettivo di tracciare il sentiero per la sopravvivenza e la rinascita di una vera eccellenza nazionale.
Le unità produttive gestite con QdC® – Quaderno di Campagna® sono ben 6050 per un totale di 15.655 ettari (numeri che la collocano al decimo posto assoluto per estensione). Il podio delle province è, prevedibilmente, tutto emiliano-romagnolo: in vetta troviamo Modena con 2.436 appezzamenti, seguita da Ferrara con 1.819. Terza, a maggior distanza, Ravenna che vede 560 unità produttive registrate.
Andiamo insieme a QdC® – Quaderno di Campagna® alla scoperta delle azioni messe in campo dalle istituzioni per fare fronte a questa annata disastrosa.
Emilia-Romagna in sostegno dei produttori
Non è un caso che proprio dall’Emilia-Romagna siano partite numerose iniziative a tutela dei produttori che hanno tracciato il sentiero per iniziative in altri territori e a livello nazionale, in primis la richiesta di una legge dello Stato per la sospensione dei versamenti previdenziali da parte delle aziende agricole, un passaggio fondamentale per evitare alle aziende stesse di trovarsi in situazioni di irregolarità che potrebbero impedire loro di beneficiare in futuro di contributi pubblici, innescando un pericoloso circuito negativo.La disoccupazione e il piano di intervento nazionale
Altrettanto importante l’integrazione delle giornate lavorate per veder riconosciuto l’istituto della disoccupazione prevista in agricoltura, per coloro che non raggiungessero i livelli minimi oggi previsti. Con le rappresentanze agricole, le istituzioni, le organizzazioni di produttori, gli enti di ricerca e le altre regioni del Nord è stato definito un importante Piano di intervento, che prevede azioni a livello regionale, nazionale ed europeo, per dare un futuro a un settore essenziale.La vespa samurai
Notizie positive giungono dal fronte della ricerca: “Abbiamo finanziato da subito, con i contributi più alti in Italia, studi e ricerche e sollecitato più volte il ministero Ambiente a recepire la direttiva Habitat per l’introduzione della vespa samurai (l’antagonista naturale della cimice asiatica, ndr), sulla quale sono già in corso sperimentazioni in regione che dovrebbero consentire i primi lanci in campo a primavera 2020”.Il futuro? Se ne discute a Futurpera
Il punto sul presente e sul possibile “domani” del settore pericolo sarà fatto a FuturPera 2019, la manifestazione che si terrà a Ferrara Fiere dal 28 al 30 novembre. Numerosi gli eventi in cartellone: confronti fra sistemi produttivi, incontri sulla maculatura bruna (con la presenza di esperti provenienti da Università, Centri di saggio e Consorzi fitosanitari di Emilia-Romagna e Veneto), tavole rotonde su nuovi mercati e valorizzazione del prodotto e, naturalmente, un ampio focus sabato 30 dedicato alla lotta alla cimice asiatica.Al centro della manifestazione, naturalmente, il tema del rilancio del comparto e tutte le iniziative e novità relative al settore, con l’obiettivo di tracciare il sentiero per la sopravvivenza e la rinascita di una vera eccellenza nazionale.
Diamo i numeri
Con circa 19mila ettari di superficie coltivata e circa 5.000 aziende agricole coinvolte, l’Emilia Romagna è, di gran lunga la principale zona di produzione nazionale ed europea, concentrando quasi il 70% del potenziale produttivo italiano. Il restante 30% è distribuito fra Veneto (3.000 ettari, pari a poco più del 10% del totale) Lombardia, Piemonte e Friuli.Le unità produttive gestite con QdC® – Quaderno di Campagna® sono ben 6050 per un totale di 15.655 ettari (numeri che la collocano al decimo posto assoluto per estensione). Il podio delle province è, prevedibilmente, tutto emiliano-romagnolo: in vetta troviamo Modena con 2.436 appezzamenti, seguita da Ferrara con 1.819. Terza, a maggior distanza, Ravenna che vede 560 unità produttive registrate.