Fonte immagine: ©AnnaPustynnikova-IStockPhoto
notizie ed eventi
Il tropicale è sempre più made in Italy
Consumi in aumento per la frutta esotica e tropicale coltivata nel nostro Paese. E con essi, anche gli ettari dedicati ad avocado, mango, papaya, frutto della passione e tanti altri, continuano a crescere. Per i produttori è una buona opportunità di business ma bisogna fare i conti con qualche sfida dal punto di vista fitosanitario che QdC® può aiutare a superare.
10 dicembre 2020
La passione dei consumatori italiani per la frutta tropicale ed esotica continua a crescere come dimostrano gli acquisti di banane, ananas, mango, papaya e avocado che non hanno accennato ad arrestarsi neanche durante il lockdown della scorsa primavera. Un trend che non ha mancato di attirare l’attenzione dei grandi brand commerciali del comparto che, cavalcando la richiesta sempre maggiore di prodotto italiano, hanno cominciato a investire con decisione su filiere nazionali. Uno scenario questo che rappresenta un’importante opportunità per numerose aziende agricole collocate principalmente, ma non solo, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
In Italia attualmente sono circa 300 gli ettari destinati alle produzioni tropicali. A vestire i panni del protagonista è, soprattutto, l’avocado: le produzioni si concentrano principalmente in Sicilia dove il frutto è presente fin dagli anni ’60. Il microclima alle pendici dell’Etna, infatti, è particolarmente favorevole allo sviluppo della pianta che oggi, dopo decenni di sporadici esperimenti di coltivazione, guadagna spazi crescenti.
Al secondo posto troviamo il mango, in crescita nei gusti delle famiglie italiane e oggetto di una produzione nazionale in rapido sviluppo (i principali produttori hanno quintuplicato le piante nel giro di pochi anni) seguito, a maggiore distanza da papaya, frutto della passione (oggetto di alcuni progetti di microproduzione di eccellenza molto apprezzata dai consumatori), litchi, annona e carambole.
Per tutte queste problematiche fitosanitarie, QdC® - Quaderno di Campagna® si candida a essere un ottimo alleato dei produttori, permettendo non solo di tenere traccia dei trattamenti realizzati mediante l’uso di fitofarmaci (calcolandone anche il corretto tempo di carenza) ma anche per organizzare e gestire interventi di lotta biologica mediante il lancio di insetti utili e altre tecniche agronomiche autorizzate dal disciplinare.
Per chi si avvicinasse a queste coltivazioni o per tutti i produttori impegnati nella gestione di frutteti tropicali è, inoltre, sempre possibile avvalersi di AgroRete, la rete di agronomi e studi tecnici specializzati nell’utilizzo di QdC® pronti a mettere a disposizione le proprie competenze per la corretta gestione del registro dei trattamenti e per supportare i produttori in tutte le sfide quotidiane legate alla coltivazione di frutta tropicale.
Diamo i numeri
Una recente indagine di CSO Italy riporta come dal 2017 a oggi nella sola Gdo i volumi di vendita di queste referenze siano aumentati in percentuali variabili fra il 45 e il 50%: certo, il boom di Spagna, Francia e Germania è ancora un miraggio ma il trend è chiaro e se si somma il basso indice di penetrazione (appena il 15% delle famiglie italiane ha acquistato nell’ultimo anno un frutto esotico o tropicale) diventa evidente come l’esotico Made in Italy abbia consistenti spazi di crescita nei prossimi anni.In Italia attualmente sono circa 300 gli ettari destinati alle produzioni tropicali. A vestire i panni del protagonista è, soprattutto, l’avocado: le produzioni si concentrano principalmente in Sicilia dove il frutto è presente fin dagli anni ’60. Il microclima alle pendici dell’Etna, infatti, è particolarmente favorevole allo sviluppo della pianta che oggi, dopo decenni di sporadici esperimenti di coltivazione, guadagna spazi crescenti.
Al secondo posto troviamo il mango, in crescita nei gusti delle famiglie italiane e oggetto di una produzione nazionale in rapido sviluppo (i principali produttori hanno quintuplicato le piante nel giro di pochi anni) seguito, a maggiore distanza da papaya, frutto della passione (oggetto di alcuni progetti di microproduzione di eccellenza molto apprezzata dai consumatori), litchi, annona e carambole.
Il tropicale cresce meglio con QdC®
Dal punto di vista fitosanitario, le piante tropicali si trovano ad affrontare diversi tipi di avversità. Si va dal marciume radicale (causato da eccessiva irrigazione e ristagno dell’acqua), all’antracnosi (una malattia fungina che colpisce in particolare l’avocado), a diversi tipi di parassiti fra cui spiccano la mosca della frutta e alcuni insetti defogliatori (emblematico, qualche anno fa, il caso di un attacco di Persea Mite o Acaro dell'Aguacate in alcuni importanti impianti di avocado).Per tutte queste problematiche fitosanitarie, QdC® - Quaderno di Campagna® si candida a essere un ottimo alleato dei produttori, permettendo non solo di tenere traccia dei trattamenti realizzati mediante l’uso di fitofarmaci (calcolandone anche il corretto tempo di carenza) ma anche per organizzare e gestire interventi di lotta biologica mediante il lancio di insetti utili e altre tecniche agronomiche autorizzate dal disciplinare.
Per chi si avvicinasse a queste coltivazioni o per tutti i produttori impegnati nella gestione di frutteti tropicali è, inoltre, sempre possibile avvalersi di AgroRete, la rete di agronomi e studi tecnici specializzati nell’utilizzo di QdC® pronti a mettere a disposizione le proprie competenze per la corretta gestione del registro dei trattamenti e per supportare i produttori in tutte le sfide quotidiane legate alla coltivazione di frutta tropicale.