Vite da vino, lotta a tutto campo contro cocciniglia e infezioni fungine

Fonte foto: GIV - Gruppo Italiano Vini

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Vite da vino, lotta a tutto campo contro cocciniglia e infezioni fungine

Oidio, peronospora, botritys da un lato, tignola, scafoideo e soprattutto cocciniglia dall’altro: la produzione di vite da vino ha nemici ben noti. Che possono essere affrontati con gli adeguati trattamenti: QdC® – Quaderno di Campagna® ha raccolto la testimonianza di Marco Viciani, tecnico di riferimento per le cantine toscane del Gruppo Italiano Vini.

17 luglio 2020

Dalle infezioni fungine agli insetti fitofagi: la produzione di uva da vino si confronta quotidianamente con numerose avversità che, se non sono oggetto di trattamenti corretti e adeguati, possono minacciare quantità e qualità delle produzioni e danneggiare un mercato, quello del vino made in Italy, che vale centinaia di milioni di euro.

vigneti del Gruppo Italiano Vini in toscana, gestiti con QdC® - Quaderno di Campagna®

“Sul fronte delle infezioni fungine, le avversità principali sono indubbiamente la peronospora, l’oidio e la botritys – spiega Marco Viciani, tecnico di riferimento per le aziende toscane del Gruppo Italiano Vini, primo in Italia e tra le prime aziende al mondo nella produzione e commercializzazione di vini di pregio – mentre per quanto riguarda il territorio toscano, i fitofagi più dannosi sono sicuramente la tignola, lo scafoideo e la cocciniglia, responsabile quest’ultima della parte più consistente dei problemi”.

Per affrontare questi problemi, il tecnico del GIV utilizza sia trattamenti fitosanitari che la difesa mediante lancio di insetti utili, strategie che gestisce con il quotidiano supporto di QdC® – Quaderno di Campagna®: “Utilizzo la piattaforma di Image Line per la gestione dei magazzini dei prodotti fitosanitari e per redigere tutta la documentazione relativa ai 163 ettari, divisi in 4 siti produttivi, di proprietà del Gruppo Italiano Vini in Toscana – spiega Viciani – e sono molto soddisfatto. In particolare, per contrastare la cocciniglia, abbiamo messo in campo da tre anni una strategia che prevede il lancio di antagonisti. Al momento non è ancora una soluzione definitiva ma, nonostante il problema torni a riproporsi anno dopo anno, vediamo un trend in costante miglioramento”.

Marco Viciani, tecnico di riferimento per le aziende toscane del Gruppo Italiano Vini
Marco Viciani, tecnico del Gruppo Italiano Vini

Un problema, quello della cocciniglia, che è legato all’incidenza di due specifici fattori: “Da un lato, il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature favoriscono lo sviluppo di questo parassita – spiega Viciani – dall’altro c’è un importante impatto causato dall’evoluzione delle modalità di utilizzo di determinate sostanze insetticide a largo spettro, come il Clorpirifos per citare quello più noto. Fino a una decina di anni fa, l’utilizzo diffuso di queste sostanze teneva sotto controllo la proliferazione della cocciniglia, ma da quando le aziende ne hanno abbandonato l’uso il problema si è progressivamente ripresentato con maggiore violenza”.

Da gennaio 2020 il Clorpirifos è proibito in tutta la UE, un cambiamento importante della normativa che accende i riflettori sul nodo delle revoche dei prodotti fitosanitari, ambito che QdC® - Quaderno di Campagna® tiene sotto controllo grazie al costante aggiornamento delle proprie banche dati: grazie alla piattaforma di Image Line infatti tecnici e produttori ricevono in tempo reale segnalazioni per i prodotti in revoca o non più utilizzabili


Fra trattamenti e insetti utili, oggi tanto la cocciniglia quanto le altre avversità (fungine e non) vengono tenute a bada: “A meno di non sbagliare completamente la strategia fitosanitaria – spiega Viciani – questi problemi sono sotto controllo. Per la cocciniglia, il problema si presenta soprattutto sulle varietà a raccolta tardiva e alcune aziende sono state costrette a effettuare diradamenti: nelle aziende toscane del GIV, fortunatamente non abbiamo avuto danni alla produzione”.

Produzione 2020 che si presenta buona dal punto di vista qualitativo: “Abbiamo registrato una forte pressione di oidio che stiamo tenendo sotto controllo con gli adeguati trattamenti – conclude Viciani – al momento non ci troviamo di fronte a problemi importanti. Tuttavia, dal punto di vista quantitativo, le basse temperature di maggio 2019 e la gelata di inizio aprile 2020 hanno rispettivamente abbassato la fertilità delle gemme ed arrecato danni diretti sui germogli: la produzione sarà sicuramente meno abbondante degli anni precedenti”.

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