Fonte immagine: © Confagricoltura Taranto
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Focus coltura: Agrumi
Eccellenza nazionale apprezzata sui mercati internazionali (particolarmente interessati al comparto biologico), per gli agrumi italiani la stagione 2019 si apre nel segno della sfida
5 novembre 2019
Arance, clementine, limoni e mandarini: il mondo degli agrumi italiani sta combattendo una duplice battaglia. Da un lato c’è la minaccia di importanti patogeni (uno su tutti, il virus Tristeza che ha decimato le produzioni in diversi areali in Sicilia), dall’altro si trova a confrontarsi con il prodotto estero che ancora troppo spesso popola gli scaffali della Gdo, in assenza di politiche e normative che tutelino le produzioni nazionali.
I produttori di agrumi italiani, tuttavia, stanno mostrando anche nella campagna 2019, una capacità di resilienza importante: sono state studiate e sviluppate nuove cultivar più resistenti e capaci di ampliare, grazie alla produzione precoce o tardiva, la finestra di commercializzazione. Oggi l’obiettivo è quello di aggredire i mercati nazionali ed esteri spostando la competizione sul piano della qualità e delle caratteristiche organolettiche, parametri su cui l’agrumicoltura italiana non teme alcun confronto.
Ed è proprio il fronte dell’export a dare i segnali maggiormente positivi, in particolare per il settore delle coltivazioni biologiche: paradossalmente l’Italia è il Paese con la maggior produzione di agrumi biologici (in particolare limoni) e quella con il minor consumo. Una tendenza che si inverte nei mercati esteri, in particolare quelli tedeschi e francesi, dove le referenze biologiche italiane riscuotono un ampio e consolidato successo anche in virtù delle politiche (metraggi e prezzi) messe in campo dalle catene della Gdo.
Preoccupa invece il fronte dei prezzi del mercato nazionale: l’inizio del mese di novembre 2019 ha visto, nel caso delle clementine, un crollo repentino dei prezzi di vendita, ampiamente inferiori a quelli della campagna 2018 (caratterizzata da volumi molto più abbondanti di quella attuale, partita in ritardo di 15 giorni per ragioni climatiche). Una spirale negativa che preoccupa l’intero comparto, ulteriormente aggravata dalla presenza, in alcune catene della Gdo, di prodotto spagnolo con prezzi superiori di quello italiano.
Di minore entità ma comunque rilevanti le coltivazioni di limoni e mandarini gestite con QdC®: 73 ettari per i primi, 68 per i secondi, concentrarti in Calabria, nel catanese e nel cagliaritano). Si segnalano infine tre appezzamenti dedicati alla coltivazione del pompelmo, frutto di crescente interesse per il mercato nazionale (con crescite a valore a 3 cifre, secondo i dati Nielsen di agosto 2019).
I produttori di agrumi italiani, tuttavia, stanno mostrando anche nella campagna 2019, una capacità di resilienza importante: sono state studiate e sviluppate nuove cultivar più resistenti e capaci di ampliare, grazie alla produzione precoce o tardiva, la finestra di commercializzazione. Oggi l’obiettivo è quello di aggredire i mercati nazionali ed esteri spostando la competizione sul piano della qualità e delle caratteristiche organolettiche, parametri su cui l’agrumicoltura italiana non teme alcun confronto.
Ed è proprio il fronte dell’export a dare i segnali maggiormente positivi, in particolare per il settore delle coltivazioni biologiche: paradossalmente l’Italia è il Paese con la maggior produzione di agrumi biologici (in particolare limoni) e quella con il minor consumo. Una tendenza che si inverte nei mercati esteri, in particolare quelli tedeschi e francesi, dove le referenze biologiche italiane riscuotono un ampio e consolidato successo anche in virtù delle politiche (metraggi e prezzi) messe in campo dalle catene della Gdo.
Preoccupa invece il fronte dei prezzi del mercato nazionale: l’inizio del mese di novembre 2019 ha visto, nel caso delle clementine, un crollo repentino dei prezzi di vendita, ampiamente inferiori a quelli della campagna 2018 (caratterizzata da volumi molto più abbondanti di quella attuale, partita in ritardo di 15 giorni per ragioni climatiche). Una spirale negativa che preoccupa l’intero comparto, ulteriormente aggravata dalla presenza, in alcune catene della Gdo, di prodotto spagnolo con prezzi superiori di quello italiano.
Diamo i numeri
Sono complessivamente 1039 gli ettari dedicati alla coltivazione delle diverse varietà di agrumi che si avvalgono del supporto di QdC® – Quaderno di Campagna®, per un totale di 423 appezzamenti concentrati nel Sud Italia e nelle Isole. A vestire i panni del protagonista sono ovviamente le arance con 600 ettari e 236 unità (74 a Catania, 28 a Taranto e 26 nel sud della Sardegna), seguite dalle clementine con 298 ettari e 95 appezzamenti (in particolare a Cosenza e Matera).Di minore entità ma comunque rilevanti le coltivazioni di limoni e mandarini gestite con QdC®: 73 ettari per i primi, 68 per i secondi, concentrarti in Calabria, nel catanese e nel cagliaritano). Si segnalano infine tre appezzamenti dedicati alla coltivazione del pompelmo, frutto di crescente interesse per il mercato nazionale (con crescite a valore a 3 cifre, secondo i dati Nielsen di agosto 2019).