Fonte immagine: © Donatello Sandroni - AgroNotizie
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Focus coltura: pomodoro da industria
Tradizionale o biologico, il pomodoro da industria vede l’Italia leader in Europa e nel mondo
17 settembre 2019
Nonostante le difficoltà legate al cambiamento climatico che ha causato fenomeni anomali come quelli che hanno colpito l’Italia nei mesi di maggio e giugno 2019, quella del pomodoro da industria rimane una fra le più importanti coltivazioni del nostro Paese. Basti pensare che, l’Italia è il secondo produttore al mondo di pomodoro da industria, subito dopo la California e prima della Cina, e detiene il primato della produzione dell’Unione Europea, davanti a Portogallo e Spagna.
In Italia la filiera del pomodoro coinvolge circa 7.000 imprese agricole che, nello specifico del pomodoro da industria, conferiscono i loro prodotti a oltre 90 imprese di trasformazione dove operano oltre 10.000 addetti. Un mercato che produce esportazioni di derivati del pomodoro in tutto il mondo per un valore di poco inferiore ai 2 miliardi di euro. In questo quadro è importante sottolineare l’andamento del pomodoro biologico da trasformazione: secondo i dati pubblicati da ANICAV, nell’ultimo triennio la produzione di pomodoro biologico da industria ha fatto registrare una crescita di circa il 65%.
Sconosciuto in Europa fino agli inizi del ‘500, il pomodoro viene importato nel Vecchio Continente a seguito delle conquiste di Francisco Pizzarro. Diffuso prima in Spagna come pianta ornamentale, passa in seguito in Francia ed infine in Italia, dove inizia uno suo sviluppo alimentare. Il termine italiano “pomodoro” (dal latino Mala Aurea) è riconducibile al colore giallo dei primi frutti apparsi in Europa soppiantati poco dopo da varietà a frutto rosso.
In Italia la filiera del pomodoro coinvolge circa 7.000 imprese agricole che, nello specifico del pomodoro da industria, conferiscono i loro prodotti a oltre 90 imprese di trasformazione dove operano oltre 10.000 addetti. Un mercato che produce esportazioni di derivati del pomodoro in tutto il mondo per un valore di poco inferiore ai 2 miliardi di euro. In questo quadro è importante sottolineare l’andamento del pomodoro biologico da trasformazione: secondo i dati pubblicati da ANICAV, nell’ultimo triennio la produzione di pomodoro biologico da industria ha fatto registrare una crescita di circa il 65%.
La campagna 2019, fra luci e ombre
Osservando nel dettaglio i dati relativi alla campagna 2019 del pomodoro da industria, è possibile tracciare un quadro in chiaroscuro: da un lato si evidenzia il positivo aumento di circa 10 euro a tonnellata del prezzo al produttore, accompagnato da pomodori che si caratterizzano per un’elevata qualità, ottimo colore ed elevato grado brix. Dall’altro, a causa del cambiamento climatico e dei suoi evidenti effetti sul piano delle precipitazioni e delle temperature, la produzione ha accumulato un certo ritardo con rese per ettaro al di sotto delle medie usuali, solo parzialmente mitigate da quelle delle varietà tardive di pomodoro da industria.(Fonte: Agronotizie)
Qualunque sia la il tipo di pomodoro da industria che viene coltivato, QdC® - Quaderno di Campagna® è lo strumento ideale su cui gli agricoltori possono fare affidamento per gestire sia le produzioni tradizionali che quelle destinate a fornire prodotto biologico.Descrizione della pianta
Il pomodoro è una pianta erbacea annuale ed è tra le orticole più diffuse al mondo. I frutti vengono usati nell'industria di trasformazione per la produzione di diversi prodotti, dai concentrati alle passate, ai pelati, succhi, farine, etc. Questa pianta, il cui nome scientifico è Lycopersicon esculentum Mill. è originario dell’America Latina, nell’area compresa tra il Cile settentrionale, il Perù e l’Ecuador.Sconosciuto in Europa fino agli inizi del ‘500, il pomodoro viene importato nel Vecchio Continente a seguito delle conquiste di Francisco Pizzarro. Diffuso prima in Spagna come pianta ornamentale, passa in seguito in Francia ed infine in Italia, dove inizia uno suo sviluppo alimentare. Il termine italiano “pomodoro” (dal latino Mala Aurea) è riconducibile al colore giallo dei primi frutti apparsi in Europa soppiantati poco dopo da varietà a frutto rosso.
(Fonte: Plantgest)