Normativa florovivaistica: cosa sapere su obblighi, adempimenti e certificazioni

Normativa florovivaistica: cosa sapere su obblighi, adempimenti e certificazioni

Tutto quello che le aziende devono sapere per operare nel florovivaismo tra norme, tracciabilità, sostenibilità e strumenti digitali

2 luglio 2025

 

Forse non lo sai, ma il settore florovivaistico del nostro paese rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello europeo. Le aziende italiane attive sono oltre 19.000 e hanno un valore produttivo che supera i 3,2 miliardi di euro l’anno.  

Questi due fattori, combinati, rendono questo comparto un motore economico silenzioso ma potente, capace di unire agricoltura, paesaggio, biodiversità e sostenibilità.  

Come ogni cosa, però, non è tutto oro quello che luccica: dietro alla bellezza di fiori recisi, piante ornamentali e vivai si cela una macchina organizzativa complessa, fortemente regolamentata e in continua evoluzione. 

Il florovivaismo oggi: valore, peculiarità e criticità 

Il florovivaismo italiano include sia la produzione di fiori e piante ornamentali, sia quella vivaistica di piante da frutto, viti, orticole, forestali e aromatiche ed è proprio questa doppia anima a rendere il settore un punto d’incontro tra agricoltura tradizionale e nuove esigenze ambientali e urbane.  

La floricoltura, infatti, rappresenta circa il 43% del comparto, mentre il vivaismo supera il 57%. Non a caso, l’Italia è al terzo posto in Europa per superficie coltivata a florovivaismo e al primo per innovazione varietale. 

Questo successo è accompagnato da una crescente complessità normativa, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei trattamenti fitosanitari, la tracciabilità delle pratiche agronomiche e la certificazione del materiale propagativo.

Obblighi e adempimenti nel settore florovivaistico 

Negli ultimi anni, il quadro normativo si è arricchito di nuovi obblighi, pensati per rendere la produzione agricola più sicura, tracciabile e sostenibile. Uno degli adempimenti principali riguarda, sicuramente, il registro dei trattamenti fitosanitari, che oggi deve essere compilato obbligatoriamente da tutte le aziende agricole che impiegano prodotti fitosanitari.  

Dal 1° gennaio 2026, il registro dovrà essere gestito in formato elettronico, con l’invio dei dati ad AGEA, secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale n. 564. 

Per il florovivaismo, questo implica la registrazione accurata di ogni trattamento, indicando coltura, data, prodotto impiegato, avversità target e dosaggi. Tutto questo va fatto tenendo conto anche dell’ambiente di utilizzo, distinguendo tra pieno campo, coltura protetta e fuori suolo. Una distinzione tutt’altro che banale, vista la varietà di tecniche impiegate nel settore. 

Chi opera in zona vulnerabile ai nitrati, inoltre, ha l’obbligo di annotare anche tutte le concimazioni, comprese quelle in vaso, specialmente se la coltivazione è effettuata in piena aria e non su superfici impermeabilizzate. 

Un altro elemento importante è rappresentato dal materiale propagativo. Secondo la Direttiva 2009/128/CE, uno dei pilastri della difesa integrata è proprio l’utilizzo di materiale sano e certificato. I vivaisti, dunque, non solo devono garantire la tracciabilità dei trattamenti, ma devono anche fornire piante esenti da virus, batteri, funghi e insetti vettori, operando spesso in contesti ad alta densità colturale e con mezzi tecnici limitati. 

Pochi prodotti disponibili, tante responsabilità 

Nonostante le nuove tecniche e pratiche, il florovivaismo continua a fare i conti con un problema strutturale: la scarsità di principi attivi disponibili per il controllo delle avversità. L’eliminazione di molecole storiche come clorpirifos e mancozeb ha ridotto drasticamente le opzioni a disposizione, lasciando scoperte aree fondamentali come la lotta ai nematodi o ai virus trasmessi da insetti vettori. 

Questo deficit crea un cortocircuito: da un lato il vivaista ha l’obbligo di produrre materiale sano, dall’altro non dispone sempre degli strumenti per difendere efficacemente le colture. Anche l’impiego di prodotti biologici o microbiologici, come batteri e funghi antagonisti, è ancora limitato. Le etichette non sempre specificano le dosi applicative per pianta, rendendo difficile un impiego preciso ed efficace nei vivai ad altissima densità colturale. 

Una normativa da aggiornare 

Molte delle difficoltà riscontrate dagli operatori nascono da un impianto normativo pensato per l’agricoltura estensiva, che mal si adatta alle peculiarità del florovivaismo. Servirebbe una revisione delle linee guida, in particolare per quanto riguarda: 

l’omologazione di prodotti fitosanitari su giovani piante o in ambienti protetti; 

la distinzione chiara tra utilizzo in campo e in serra; 

la semplificazione delle procedure per le colture ornamentali, dove ogni varietà può rispondere in modo diverso ai trattamenti. 

Nel frattempo, il consiglio degli esperti è chiaro: attenersi scrupolosamente alle etichette dei prodotti e scegliere consulenti preparati e strumenti affidabili per evitare contestazioni durante i controlli.

Il ruolo del QdC® - Quaderno di Campagna® 

In uno scenario normativo così articolato, l’utilizzo di strumenti digitali come QdC® - Quaderno di Campagna® può fare la differenza. Si tratta di una piattaforma online sviluppata da Image Line, pensata per facilitare la gestione aziendale e l’adempimento agli obblighi normativi. 

Il QdC® - Quaderno di Campagna® consente di registrare in modo ordinato e controllato tutti i trattamenti effettuati, anche in coltura protetta, tenere traccia di tutte le operazioni colturali e, soprattutto, esportare i dati richiesti per i controlli ufficiali e le certificazioni. Il grande vantaggio di questo strumento è la sua capacità di integrarsi con le esigenze reali del florovivaismo: è infatti possibile gestire cicli produttivi diversificati, specie in aziende che coltivano più varietà nello stesso appezzamento o su più turni stagionali.

Utilizzare il QdC® - Quaderno di Campagna® non è solo un modo per evitare sanzioni. È anche una strategia utile per ottenere riconoscimenti di qualità, accedere ai premi PAC e usufruire delle agevolazioni fiscali.  

Adeguarsi agli adempimenti richiesti dalla normativa florovivaistica può sembrare un onere. Ma, se affrontato con strumenti adeguati e con un approccio strategico, questo processo può trasformarsi in una vera opportunità.  

Una gestione digitale, puntuale e trasparente delle pratiche agronomiche rappresenta non solo un requisito legale, ma un vantaggio competitivo per affrontare i mercati più esigenti, in Italia e all’estero. 

In un mondo agricolo che chiede sempre più sostenibilità, qualità e innovazione, il florovivaismo italiano ha tutte le carte in regola per crescere ancora. A patto di sapere come e con quali strumenti affrontare le sue sfide. 

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