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Agricoltura integrata: Il futuro sostenibile dell’agricoltura italiana
La difesa integrata: un approccio innovativo per un’agricoltura più sostenibile, tra riduzione dei fitosanitari, monitoraggio intelligente e valorizzazione della biodiversità.
15 novembre 2024
Mai come negli ultimi anni, l'agricoltura sta affrontando una trasformazione importate, dovuta principalmente dalla crescente consapevolezza dell'importanza di proteggere l'ambiente, preservare le risorse naturali e migliorare la qualità della produzione alimentare.
Al centro di questo cambiamento c’è l’adozione della difesa integrata, un sistema che punta a ridurre l'uso di prodotti chimici a favore di pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente. In Italia, il passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella integrata è stato obbligatorio dal 2014, e questa evoluzione rappresenta una sfida ma anche una grande opportunità per il settore agricolo.
Che cos'è la difesa integrata?
Prima di addentrarci in questioni più tecniche, cerchiamo di capire nel dettaglio cosa sia la difesa integrata. Con questo termine, si indica un sistema di gestione agricola che prevede l'uso di diverse tecniche per proteggere le colture dai parassiti, riducendo al minimo l’impiego di prodotti chimici.
In sostanza, al posto di effettuare trattamenti regolari a calendario, come accade nei regimi di agricoltura convenzionale, la difesa integrata si basa su un'attenta osservazione delle colture, sull'uso di tecniche preventive e sull'intervento solo quando strettamente necessario. Questa strategia si allinea ai principi dell’agricoltura sostenibile, che punta a limitare l’impatto delle attività agricole sull'ambiente e sulla salute umana.
In Italia, l'adozione della difesa integrata è stata accelerata con l’introduzione del PAN (Piano di Azione Nazionale) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, una normativa entrata in vigore nel 2014. Il PAN stabilisce i criteri che gli agricoltori devono rispettare per limitare l'uso di fitosanitari e promuovere pratiche agronomiche più sostenibili. Questo piano non riguarda solo le aree agricole, ma si estende anche alle aree verdi urbane, alle ferrovie e alle zone naturali protette, rendendolo un pilastro centrale per la sostenibilità.
L'evoluzione della normativa europea e italiana
Il passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella integrata è stato sancito da normative a livello europeo, che stabilisce che l’agricoltura convenzionale, basata su trattamenti chimici regolari e predeterminati, non è più ammessa. Le nuove direttive richiedono che gli agricoltori adottino pratiche di prevenzione e monitoraggio, e utilizzino i prodotti chimici solo come ultima risorsa.
In Italia, questa transizione è stata particolarmente significativa, portando a un progressivo abbandono di questo approccio per far spazio a metodi più innovativi e rispettosi dell’ambiente. L’introduzione del PAN ha fissato regole precise per l’uso dei prodotti fitosanitari, obbligando gli agricoltori a seguire rigide norme di monitoraggio e prevenzione per poter beneficiare delle sovvenzioni e rispettare gli standard qualitativi richiesti a livello europeo. In più, dal 2025, inoltre, sarà obbligatoria la tracciabilità completa di tutti i trattamenti fitosanitari, una misura volta a garantire che ogni azione sia conforme alle direttive europee e nazionali.
Prevenzione e monitoraggio: i pilastri della difesa integrata
La prevenzione è uno degli elementi chiave della difesa integrata. Gli agricoltori devono mettere in atto una serie di misure preventive per ridurre al minimo il rischio di infestazioni e malattie nelle colture.
Queste pratiche includono la scelta di varietà di colture resistenti alle malattie, la rotazione delle colture per ridurre la presenza di parassiti nel suolo, e la gestione accurata del suolo e dell'acqua per evitare ristagni idrici, che potrebbero favorire lo sviluppo di malattie fungine.
Il monitoraggio delle colture è altrettanto fondamentale. Gli agricoltori devono osservare attentamente le proprie coltivazioni, utilizzando metodi visivi o trappole per rilevare la presenza di parassiti e malattie. Solo quando i livelli di infestazione superano una certa soglia, detta "soglia di intervento", è consentito l'uso di fitosanitari. Questo approccio riduce notevolmente la necessità di trattamenti chimici, limitandoli ai casi in cui è realmente necessario per salvaguardare il raccolto.
L'importanza dei mezzi biologici
Uno degli aspetti distintivi della difesa integrata è la priorità data ai mezzi biologici rispetto ai prodotti chimici. In agricoltura integrata, prima di ricorrere a fitosanitari, gli agricoltori devono valutare l’uso di metodi naturali per il controllo dei parassiti.
Ad esempio, l’introduzione di insetti predatori naturali, come le coccinelle, o l’utilizzo di parassitoidi come l'Encarsia formosa, che combatte la mosca bianca, sono tecniche comunemente adottate nella difesa integrata.
L’uso di mezzi biologici non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a mantenere un equilibrio naturale all'interno del sistema agricolo, favorendo la biodiversità. Questo approccio permette di ridurre la resistenza dei parassiti ai trattamenti chimici, che può verificarsi quando i fitosanitari vengono utilizzati in modo eccessivo o non selettivo.
Il ruolo dei fitosanitari: uso mirato e ridotto
Quando i mezzi biologici non sono sufficienti per controllare le infestazioni, è possibile ricorrere ai prodotti fitosanitari, ma solo come ultima opzione. La normativa stabilisce che gli agricoltori devono scegliere i fitosanitari con il minor impatto possibile sulla salute umana e sull'ambiente. In pratica, ciò significa preferire prodotti selettivi, che colpiscono solo i parassiti target, evitando quelli ad ampio spettro che potrebbero danneggiare anche gli organismi benefici.
In più, la normativa incoraggia l'adozione di strategie anti-resistenza, cioè rotazioni di diversi principi attivi per evitare che i parassiti diventino resistenti a uno specifico prodotto chimico. Questo approccio è essenziale per mantenere l’efficacia dei fitosanitari nel tempo e prevenire il degrado ambientale dovuto all’abuso di sostanze chimiche.
La gestione documentale: il quaderno di campagna
Un aspetto cruciale della difesa integrata è la documentazione. Gli agricoltori sono tenuti a registrare tutte le attività agricole, compresi i trattamenti fitosanitari, in un documento chiamato "quaderno di campagna".
Questo strumento è fondamentale per dimostrare la conformità alle normative e facilitare i controlli da parte degli enti competenti. Il quaderno di campagna contiene informazioni dettagliate sulle colture, i trattamenti effettuati e i dati raccolti durante il monitoraggio. Grazie alla tracciabilità dei dati, gli agricoltori possono fornire prove tangibili della correttezza delle proprie operazioni, assicurando che ogni trattamento sia stato eseguito nel rispetto delle regole. Dal 2025, la tracciabilità dei fitosanitari sarà obbligatoria in tutta Europa, aumentando la trasparenza e la sicurezza nel settore agricolo.
Verso un futuro più sostenibile
La difesa integrata rappresenta una transizione verso un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e sostenibile. Sebbene la sua adozione richieda agli agricoltori un maggiore impegno nella gestione delle colture e nella documentazione delle attività, i benefici sono evidenti.
Una riduzione dell'uso di prodotti chimici non solo protegge l’ambiente, ma migliora anche la qualità dei prodotti agricoli e contribuisce alla sicurezza alimentare.
Inoltre, le pratiche di difesa integrata possono migliorare la competitività degli agricoltori italiani, aumentando il valore dei loro prodotti e aprendo nuove opportunità nei mercati che richiedono standard più elevati in termini di sostenibilità.